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Vaiolo delle scimmie, isolato il virus nel Laboratorio di virologia dell’ospedale Sacco di Milano

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ITALIA – E’ stato isolato un caso di vaiolo delle scimmie nel Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano. Il virus, responsabile di una vera e propria epidemia in Europa, ha preso piede anche i Italia. Sull’argomento si è espressa la direttrice del laboratorio che ha illustrato i primi risultati delle indagini.

“Con quello che avevamo finora- spiega la dott. Gismondo– potevamo fare una diagnostica certa e anche rapida. Avendo isolato il virus, adesso possiamo cominciare – nel nostro laboratorio e in collaborazione con chi volesse condurre ricerche sul virus – a testare farmaci antivirali mirati proprio per questa patologia, che non sono ancora esistenti.

E dunque possiamo fare dei progressi nella terapia, ma non solo. Aver isolato il virus può servire per procedere a un controllo nella popolazione. Obiettivo: capire se la vecchia vaccinazione antivaiolosa copre ancora i nostri vaccinati tanti anni fa. E potremo anche valutare la copertura naturale che acquisiscono i nuovi malati”.

“Prima avevamo il Dna che si estrae dal materiale del paziente – ricorda l’esperta – L’isolamento del virus ci offre un’opportunità in più anche per conoscere caratteristiche del virus che non possono apparire esclusivamente con la genotipizzazione”.

Il genoma di questo virus, sottolinea Gismondo, “è molto ampio, è un Dna molto, molto lungo. Quando parliamo di genotipizzazione, non è che lo analizziamo tutto: analizziamo dei pezzetti che sappiamo essere caratteristici del virus. Ovviamente una cosa è, per usare una metafora, avere i capelli di una persona, una cosa è avere la persona intera se vogliamo studiarla”. PUBB

Quello che si sa già è che il virus rilevato in questo focolaio è affine al ceppo dell’Africa occidentale, quindi la versione più lieve, prosegue Gismondo. “I casi che abbiamo avuto noi in osservazione in Italia sono casi correlati al focolaio delle Canarie”.

Nel dettaglio, “un gruppo che è stato alle Canarie o qualche contatto contagiato da persone infette rientrate in Italia. Si parla di contatti molto stretti”. Dopo che il virus è stato isolato, cominceranno dunque una serie di studi. E collaborazioni, sulla cui importanza la virologa insiste molto.

“Noi oggi lavoriamo in collaborazione con l’ospedale Spallanzani di Roma, che è l’altro centro di riferimento italiano. Ci scambiamo idee, materiale, know how. E’ una collaborazione nata da poco, ma ci dà speranza di raggiungere risultati più in fretta e anche più proficui”. Altre pagine scientifiche, assicura l’esperta, sono dunque da scrivere.

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Putin: “Possibile tregua in Ucraina per le prossime Olimpiadi”

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Il presidente della Russia, Vladimir Putin, ha confermato di aver parlato con Xi Jinping, l’omologo cinese, circa la possibilità di una tregua in Ucraina in concomitanza delle prossime Olimpiadi.
Anche se il presidente ucraino Voldymyr Zelensky si è mostrato alquanto scettico su questa evenienza.
Il presidente Xi Jinping ha detto che la Cina “sostiene la convocazione di una conferenza di pace internazionale riconosciuta da Russia e Ucraina al momento opportuno con pari partecipazione e discussione equa di tutte le opzioni”.

Russia e Cina s’impegneranno a rafforzare i legami militari, in base alla dichiarazione congiunta firmata a Pechino dai presidenti Vladimir Putin e Xi Jinping.

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Filippo Mosca: la Corte di Appello rumena conferma la condanna

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La Corte di Appello, in Romania, ha confermato la condanna a 8 anni e 3 mesi di reclusione nei confronti di Filippo Mosca e Luca Cammalleri.
I due giovani, originari di Caltanissetta, sono rinchiusi nel carcere di Porta Alba, a Costanza, in Romania, da oltre un anno, con l’accusa di traffico internazionale di stupefacenti.

Stessa condanna per una ragazza italiana la cui identità è ignota.

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Dopo 35 anni, torna in vita l’antenato di Google: si chiama ‘Archie’

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Con un’operazione tecnologica all’insegna della nostalgia, degli sviluppatori di The Serial Port hanno fatto tornare in vita quel che fu il primo storico motore di ricerca web ‘Archie’, in pratica l’antenato di Google.
Il sistema Archie fu sviluppato, nel 1989, alla McGill University School of Computer Science (Canada) da Alan Emtage, Bill Heelan e Peter Deutsch: è un sistema che permette di effettuare una ricerca di file su server FTP anonimi.
Con l’avvento di Yahoo e Google, però, finì nel dimenticatoio.

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